Ci siamo svegliati nel 1800, durante la rivoluzione industriale, circondati da fabbriche in crescita, ciminiere che emanano fumo e vapore, cantieri, cielo grigio.
Eravamo seduti nella silenziosa metropolitana, dove le persone chiudono gli occhi, immersi nel rumore dei loro pensieri. Poi, una coppia di ragazzi sale, suona una canzone francese; lei ha i capelli di un arancione acceso, i movimenti vivaci, la voce morbida, lui la segue, ballando e suonando.
Subito dopo eravamo in strada, nelle caotiche vie del centro, circondati da vecchi pittori, uomini-bolle, carretti venditori di pannocchie ed “omini dei desideri” su alti trampoli.
Siamo arrivati nella maestosa Piazza del Palazzo, tra turisti estasiati alla vista dell’Ermitage e bambini allegri, con le guance arrossate dal freddo; poi, all’improvviso, ci troviamo coinvolti in una sorta di flash mob: russi, italiani, tutti battono le mani, qualcuno si unisce al ballo.
Ci siamo trovati immersi nella spiritualità ortodossa, visitando la cattedrale di Kazan’ ed il monastero di Aleksandr Nevskij. Donne dal capo velato si chinano a baciare le icone, puliscono i candelieri; le persone pregano, credono veramente.
Fuori, intanto, due anziane danno dei rametti di salice, come avvento per la Pasqua.
Camminavamo nella Prospettiva Nevskij, circondati da negozi, persone ben vestite, turisti, ristoranti. D’un tratto vediamo loro, due uomini: barcollano, cadono per terra, ridono. Il tempo di attraversare la strada, e arrivano due poliziotti con aria minacciosa.
Poco lontano i palazzi aumentano, le strade si sfaldano, la gente ingrigisce: siamo nel quartiere dell’Udelnaya, tra le bancarelle del mercatino delle pulci Udelka.
Un sacco di persone elogiano questo agglomerato di bancarelle, dando suggerimenti su cosa potreste trovarvi. Io ho solo visto tanta povertà.
C’era tensione nell’aria, malinconia; montagne di vestiti, scarpe, in cui le persone scavavano cercando ciò di cui avevano bisogno; oggetti di ogni tipo a prezzi stracciati.
Un bel modo di descrivere la città: niente “cosa vedere” ma tanta atmosfera e anche tanti contrasti in una delle città più visitate della Russia. Mi piacerebbe tanto vederla, prima o poi ci riuscirò e spero di poterlo fare in inverno con la neve!
D’inverno dev’essere uno spettacolo, con la Neva tutta ghiacciata… e poi mi immagino le persone in giro con il colbacco in testa 😀
Ci hai messo molto a ottenere il visto?
Io ci provai un miliardo di anni fa e fu un po’ difficile.
Ero in viaggio a Helsinki e non sono riuscita a sconfinare.
Spero di avere altre occasioni per conoscere San Pietroburgo.
Noi avevamo prenotato pochissimo tempo prima della partenza, infatti ci eravamo affidati ad una agenzia e, se non sbaglio, il visto era arrivato in un mese. Ma senza agenzia penso ci avrebbe messo il doppio se non il triplo del tempo, perché devi trovare il posto in cui alloggerai, farti fare una sorta di invito in cui viene presentata la tua prenotazione, andare al consolato russo e poi aspettare che chiudano le pratiche. E’ davvero una faticaccia, ma con un po’ di preavviso si riesce a fare! La vedrai sicuramente in futuro
Questo post è speciale: anziché scrivere una descrizione dettagliata, sei riuscita a farmi immaginare l’atmosfera delle strade, dei palazzi, degli uomini-bolla. Devi essere una ragazza molto sensibile e questo ti aiuterà tanto ad avere un gran bel blog. Grazie, anche per le bellissime foto ❤ Anche tu hai una nuova lettrice!
Roberta, sono senza parole, grazie, grazie mille davvero! ♡
Un racconto per immagini davvero suggestivo, bravissima!
Grazie mille!
Un racconto molto bello e che mostra un lato di San Pietroburgo spesso ignorato. Io stessa, che ho visitato questa città 10 anni fa, scopro molte cose solo grazie a te!
Grazie mille! Sono felice di averti mostrato l’altra parte di una città bellissima
Un post davvero bello, sembrava di essere tra le vie di San Pietroburgo con te. Complimenti anche per le foto
Grazie infinite!
Wow che meraviglia. Leggendo le tue parole ho potuto viaggiare anch’io! Le foto poi sono così vive e intense. Quante stupende sinestesie ed emozioni. Un racconto davvero bello. Grazie per averlo condiviso!
…e complimenti per il sito.
Non hai idea di quanto questo pensiero mi faccia piacere! Grazie, grazie ed ancora grazie a te!