Quando torno da un viaggio cerco sempre di portare con me qualcosa del Paese o della città che ho appena visitato, qualcosa di originale, che faccia parte della sua tradizione e, perché no, magari anche unico. Poco prima di partire per il Giappone, cercando su Internet a questo proposito, ho scoperto una pratica risalente al periodo Edo che mi ha affascinato moltissimo: quella dei sigilli goshuin.
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Un viaggio non inizia al momento della partenza. C’è tutto il lavoro precedente ad essa, tutta la fatica nell’organizzazione, le ricerche su internet, i soldi spesi nelle guide, i dubbi, l’attesa; alla partenza si è solo a metà dell’opera. Insieme alle informazioni utili sul Giappone, ho passato due mesi a guardare una miriade di siti per trovare tutto il necessario per l’organizzazione del viaggio in sé (e alla fine ho fatto un file pdf di dieci pagine – ve lo risparmio).
Tutte le passioni iniziano per caso. La mia è cominciata da bambina, quando tornavo a casa di corsa per guardare quei cartoni animati dai tratti strani, dalle espressioni stilizzate e i gesti esagerati. Così, grazie agli anime, mi sono avvicinata lentamente a una cultura che ad ogni nuova scoperta mi incuriosiva sempre più, la cultura di un’isola lontana ma a cui mi sentivo inspiegabilmente vicina: il Giappone.
Tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre di quest’anno sono finalmente riuscita a coronare il sogno più grande che avevo fin da bambina: viaggiare per il Giappone. Una volta presa la decisione di partire, ho subito iniziato a spulciare una miriade di siti internet alla ricerca di spunti per il mio viaggio e di informazioni su cosa portare, cosa fare, come comportarmi. Di ritorno dal viaggio, vorrei consigliarvi un po’ come organizzarvi e potervi muovere al meglio là, senza incappare in imprevisti e potervi godere a pieno il vostro soggiorno.
A luglio di quest’anno sono “stata” a Hong Kong, una regione amministrativa speciale che si trova nel sud della Cina. Dico stata tra virgolette perché ci ho passato solo due giorni al posto di due settimane, mettendo piede fuori di casa solo un giorno. È stato un viaggio molto difficile, e mi è altrettanto difficile parlarne; è successo ciò che temo in ogni viaggio per colpa di un mio problema alimentare, per cui tutto è saltato. Ancora adesso, dopo mesi, risento delle conseguenze portate da quel periodo, ma ho comunque deciso di parlarne, soprattutto vista la fatica fatta nell’organizzare l’itinerario.